Cessione del credito 2023

Cessione del credito 2023: blocco (definitivo?) delle nuove cessioni del credito e sconto in fattura. Salvi i lavori in corso. Vediamo le nuove regole dopo il decreto cessioni

di Mauro Ambrosio

Mentre da mesi si cercava una soluzione alla questione dei crediti fiscali incagliati nei cassetti di banche, imprese, cittadini e cittadine, il Governo ha bloccato in maniera inattesa, drastica e improvvisa la possibilità di beneficiare del superbonus e delle altre agevolazioni edilizie nelle due modalità alternative alla detrazione: cessione del credito e sconto in fattura.

Il provvedimento di urgenza emanato dal governo nei giorni scorsi, il DL 11/2023, già ribattezzato come decreto cessioni, riscrive completamente le regole sullo sconto in fattura e cessione dei crediti per il 2023, con modifiche radicali all’art. 121 del dl rilancio del maggio 2020.

I punti principali del decreto cessioni sono i seguenti:

  1. blocco agli enti locali per l’acquisto dei crediti da Superbonus;
  2. responsabilità solidale del cessionario;
  3. blocco alle nuove cessioni del credito e allo sconto in fattura.

Tra i provvedimenti adottati dal Governo in via di urgenza certamente quello di maggiore impatto sociale riguarda il c.d. “stop alle nuove cessioni del credito e allo sconto in fattura”.

Con la premessa che bonus verde e bonus mobili già non potevano essere ceduti, dal 17 febbraio non è più possibile procedere con la cessione del credito né con lo sconto in fattura per i seguenti interventi (art. 121 c. 2):

  • recupero del patrimonio edilizio;
  • efficienza energetica;
  • misure antisismiche;
  • recupero o restauro della facciata;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • colonnine di ricarica.

Resta possibile procedere con sconto in fattura/cessione del credito nei seguenti casi:

  • interventi Superbonus diversi da quelli effettuati dai condomìni (in sostanza le unifamiliari) per i quali sia già stata presentata la CILA-S (CILA-S entro il 16 febbraio 2023);
  • interventi effettuati dai condomìni per i quali sia stata adottata la delibera assembleare e risulti presentata la CILA-S (entro il 16 febbraio 2023);
  • interventi di demolizione e ricostruzione per i quali sia stata presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo (entro il 16 febbraio 2023).

Se queste sono le “cattive notizie” conseguenti al decreto legge sui bonus edilizi che ha interrotto dal 16 febbraio scorso la possibilità di effettuare sconti in fattura da parte delle imprese, legittime speranze si nutrono ancora sul recente annuncio del governo che tale provvedimento sarà corretto. La modifica più rilevante, sulla quale si stanno già confrontando il governo ed il Parlamento, riguarda la possibilità di “riaprire” il termine per poter effettuare lavori con la cessione del credito alle imprese. Confedilizia ha chiesto che la proroga arrivi almeno fino alla fine di aprile. Più probabilmente il termine potrebbe essere allungato di 30-45 giorni.

Ma c’è un nodo tecnico da sciogliere. Il decreto del governo sarà convertito in legge soltanto entro la fine del mese di aprile. Per spostare il termine del 16 febbraio per le cessioni del credito servirebbe dunque, un altro decreto legge. Oppure, in alternativa, il governo dovrebbe prendere un impegno politico forte in grado di rassicurare il mercato mediante una c.d. “soluzione ponte” ossia che l’allungamento del termine sarà approvato e blindato con un emendamento al decreto in Parlamento. Oltre al periodo “transitorio” per riaprire allo sconto in fattura, ci sono poi anche altre modifiche allo studio che dovrebbero finire in un maxi emendamento del governo. Come la salvaguardia del sismabonus, la tutela di incapienti e dei percettori di redditi bassi fino un utilizzo selettivo dell’F24 proposto da ABI e Ance.

Uno dei segnali immediati e concreti che le associazioni si aspettano è proprio la possibilità di estendere l’utilizzo dell’F24 per compensare i crediti, ovvero aprendo anche a quelli dei correntisti e non soltanto usando quelli delle imprese. Naturalmente se ci sono problemi di finanza pubblica si potrebbero prevedere una serie di limitazioni all’utilizzo di questa soluzione.

La vita del Superbonus e della cessione del credito, quindi, è complessa ed allo stato non può ancora dirsi chiusa ed i correttivi per aggiustare il tiro sono stati e sono ancora necessari.

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