Investimenti negli Emirati e Shari’ah:
come tutelarsi in caso di successione

di Chiara Imerone

Negli ultimi anni lo sviluppo economico e finanziario registrato negli Emirati Arabi Uniti ha indotto molti stranieri – tra cui un numero elevato di europei e di italiani – a trasferire in quelle aree non solo le proprie imprese ed i propri affari, ma anche la residenza ed il patrimonio immobiliare e mobiliare.
Questa scelta di vita può riservare problemi rilevanti, ove non venga accompagnata dall’adozione di strumenti idonei a prevenire, in  caso di decesso del cittadino straniero che risiede negli Emirati Arabi Uniti, la possibile applicazione della legge islamica in materia di successione ereditaria, con una seria di importanti conseguenze sia patrimoniali che familiari. La soluzione più immediata ed efficace per uno straniero non musulmano che vive negli Emirati Arabi Uniti è quella di scrivere un testamento, che servirà non solo per proteggere il patrimonio mobiliare ed immobiliare, ma anche per tutelare e regolare l’affidamento dei propri figli minori, in caso di decesso del genitore maschio.
La successione ereditaria in questi paesi è regolata in modo differenziato: in linea di principio è previsto che la successione del cittadino emiratino musulmano sia regolata dalla legge islamica, la Shari’ah, mentre la successione degli stranieri non musulmani sia regolata sulla base della loro legge nazionale. Tale  regola, tuttavia, subisce una deroga per i beni presenti negli Emirati, ai quali – anche sulla base delle norme di rinvio del diritto internazionale – si applicherebbe la legge locale, ossia, in altri termini, la Shari’ah.
In caso di contrasto, sarà quindi il singolo Giudice a decidere sul singolo caso quale legge applicare, con la tutt’altro che eventuale possibilità di vedersi applicare il diritto islamico.
Conseguenza dell’applicazione della legge Islamica è quella di vedere attribuire i beni del defunto tra i vari familiari con pesanti disparità di trattamento fra eredi maschi ed eredi femmine e con grandi penalizzazioni per la moglie. In presenza poi di figli minorenni, il decesso del padre determina la nomina di un tutore, che viene solitamente individuato nel padre del de cuius o in uno dei parenti maschi del medesimo ed a cui verrà conferito il patrimonio in amministrazione sino alla maggiore età dell’erede maschio.
Al fine di evitare tali conseguenze, lo strumento più utile ed efficace è dunque la redazione di un testamento. Con il testamento è infatti possibile per gli stranieri derogare alla legge della Shari’ah, disciplinare la ripartizione del patrimonio, sia immobiliare che mobiliare, e prestabilire le quote da destinate ai propri eredi. Nel testamento potrà anche essere indicato il parente cui si vogliono affidare i figli minorenni, in caso di decesso del loro padre, ed evitare così che  la loro custodia venga decisa da un Giudice secondo la legge islamica.
Sarà infine consigliabile registrare il testamento presso un pubblico registro, in modo da poterlo poi rendere esecutivo più agevolmente in caso di necessità.
A tal fine nel 2014 è stato creato il “DIFC Wills And Probate Registry” (WPR): si tratta di un Registro, tenuto dalla DIFC, organo di governo della zona franca finanziaria del Dubai, che permette ai residenti stranieri non musulmani di registrare un testamento scritto in inglese e scongiurare l’eventuale applicazione della legge islamica.
Da quando il WPR è stato aperto, nel maggio del 2014, sino al dicembre 2015 sono stati registrati 650 testamenti. Di questi, più del 55% sono stati registrati da cittadini Europei ed il 27% da cittadini Indiani.

 

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