Piazza San Carlo: è di nuovo rimpallo di responsabilità

di Ludovica Ambrosio

Dal 13 al 15 settembre si è svolta a Torino l’edizione 2024 del Salone dell’Auto. Quest’anno, a differenza degli anni scorsi in cui l’esposizione veniva celebrata in zone dedicate come il Lingotto o il Parco del Valentino, gli organizzatori hanno scelto come sede dell’evento il centro della città.

Ecco così che Via Roma e Piazza San Carlo sono state trasformate in una pista da Formula uno sulla quale le macchine più famose e veloci della storia dell’automobile sfrecciavano tra gli applausi della folla protetta da semplici transenne posizionate ai margini della strada.

Senonché la mattina di domenica 15 settembre, in Piazza San Carlo, è accaduto ciò che tanti avevano immaginato potesse accadere: il pilota di una macchina, complice forse anche la pavimentazione a pavé della piazza, ha perso il controllo della propria Lancia 037 da rally che, sbandando, ha travolto, ferendoli, una dozzina di persone posizionate al di là delle transenne.

La memoria di tutti è subito tornata indietro ai noti fatti del 3 giugno 2017 quando, durante la proiezione della finale della Champions League tra Juventus e Real Madrid a causa del panico generato da alcuni ragazzi marocchini che spruzzarono spray urticante, morirono due persone e 1.672 rimasero ferite.

In quell’occasione si susseguirono numerosi processi che, dal lato civile terminarono con la declaratoria di responsabilità e conseguente condanna al risarcimento dei danni fisici subiti dai danneggiati da parte di più soggetti individuati dal Tribunale di Torino (e confermati anche dalla Corte di Appello) in Comune di Torino, Turismo Torino e Provincia, Prefetto di Torino e l’Arch. Bertoletti ossia il professionista incaricato di redigere il piano di sicurezza.

Dal punto di vista penale invece l’allora sindaca Chiara Appendino è stata condannata dalla recente pronuncia della Corte di Cassazione pubblicata lo scorso giugno che ha accertato come la medesima “non si è limitata a ideare la proiezione della partita di calcio, ma ha dato impulso alle scelte riguardanti il luogo di svolgimento e l’ente deputato ad organizzare la manifestazione, senza preoccuparsi di valutare la sostenibilità in termini di sicurezza di tali scelte. Ha, inoltre, mancato negligentemente di adottare l’ordinanza antivetro, circostanza che ricade nella fase organizzativa dell’evento, con innegabili conseguenze sulla sicurezza della manifestazione.”

Sebbene questa volta il bilancio delle vittime sia stato fortunatamente meno grave, si sta ripresentando lo stesso rimpallo di responsabilità cui avevamo già assistito in passato.

Benché il primo cittadino abbia dichiarato che “Tutti gli eventi, anche i concerti, i cortei e il Tour de France, possono provocare incidenti” aggiungendo che “Il rischio non è mai sopprimibile a zero” e ritenendo “fuori luogo certi riferimenti al passato” è fuori di dubbio che quando si decide di far sgommare auto sportive nel centro aulico di Torino, mettendo a rischio il pubblico presente alla manifestazione si auspica che gli standard di sicurezza siano molto più alti.

Ma questa volta il Comune di Torino, complici forse anche gli errori effettuati nel passato, ha messo le mani avanti indicando come quale unico responsabile il soggetto organizzatore sulla scorta del fatto che non si trattasse di un evento pubblico. Ed anche l’organizzatore, a sua volta, ha dichiarato di avere fatto un briefing operativo, illustrando modalità e norme di comportamento da tenere, che sono state accettate dai conducenti, firmando un atto di manleva.

Evidentemente un semplice atto di manleva non potrà essere sufficiente a scaricare la responsabilità degli organizzatori negligenti in ogni caso per non aver fatto rispettare ai partecipanti il limite di velocità fissato in 30 km/h durante la sfilata delle auto.

Tant’è che la Procura di Torino ha recentemente richiesto una relazione dettagliata sulle misure di sicurezza previste e nuovi accertamenti della polizia municipale di Torino per verificare se siano state adottate tutte le accortezze necessarie in caso di manifestazioni simili, che coinvolgono cioè pubblico e auto, in un contesto cittadino e non in un circuito, ma nemmeno su una normale strada asfaltata.

E non era certo la prima volta che in Piazza San Carlo si consentiva a macchine da Formula 1 di esibirsi in testacoda e “sgommate” a gran velocità tra la folla – come dimostra il video girato qualche mese fa proprio dalle finestre del nostro Studio e che qui condividiamo con i nostri lettori – e ciò a conferma dell’abitudine degli organizzatori di privilegiare la spettacolarità a scapito della sicurezza.

 

Rimane altresì da indagare la responsabilità solidale della conducente dell’autovettura e della sua compagnia di assicurazione sulla base della polizza assicurativa sottoscritta.

In ogni caso, e riposizionando la lente della nostra attenzione sui danneggiati da questo evento, ci si auspica che anche in questo caso, come già accaduto per i feriti di Piazza San Carlo nel 2017, questi possano far valere insieme i propri diritti attraverso un’unica azione collettiva nei confronti dei soggetti che saranno individuati come responsabili.

Trattasi di un’azione legale ordinaria che consente ad una pluralità di persone offese da uno stesso evento dannoso di poter agire collettivamente contro il responsabile depositando innanzi al medesimo Giudice un unico atto di citazione nel quale ognuna di esse continuerebbe a mantenere una posizione individuale sotto il profilo della quantificazione del danno, richiedendo un risarcimento specifico e personalizzato.

Fare gruppo e restare uniti si presenta in un caso come quello che stiamo analizzando quale strategia vincente da parte di tutti coloro che erano presenti in Piazza San Carlo per far valere seriamente i propri diritti e per mantenere i fari puntati ed accesi su quanto nuovamente accaduto in Piazza San Carlo mandando un segnale forte alle amministrazioni pubbliche affinché nell’organizzazione degli eventi futuri pongano livelli sempre più alti di attenzione e prevenzione dei rischi, nell’interesse dell’intera collettività.

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