Focus Horizon Europe: proprietà intellettuale e scienza aperta (EP. 1)

di Daniele Lonardo

La linea di finanziamento che andiamo ad analizzare nelle prossime Newsletter mensili si colloca all’interno del Programma Horizon Europe (ex Horizon 2020), il programma quadro dell’Unione Europea esclusivamente dedicato al settore della ricerca ed innovazione (R&I) con una dotazione finanziaria complessiva ammontante a circa 95,5 miliardi di euro, per il per il settennato 2021-2027.

La Call of Proposal è denominata “Capacity building on Intellectual Property: management to support open science” (tradotto dall’inglese: Costruzione delle capacità sulla gestione della Proprietà Intellettuale a supporto della scienza aperta).

L’invito a presentare le proposte di progetto apre il 6 Dicembre 2023 e la deadline per l’invio è, obbligatoriamente, il 12 Marzo 2024 attraverso una procedura cd. single-stage (e cioè a fase singole, con invio della domanda on line, cd. e-form, e conseguente valutazione di ammissibilità o meno).

Il tipo di azione, cui il bando fa riferimento, rientra nella categoria delle CSA, Azioni di coordinamento e supporto (Coordination and Support Action), con un modello di Grant Agreement a budget pre-determinato (Action Grant Budget-Based).

La dotazione finanziaria totale ammonta a 2.000.000 di Euro per singolo progetto-azione, che verrà selezionato (e finanziato) dalla Commissione Europea, a copertura del 100% delle spese ammissibili. La durata dell’azione progettuale è pre-determinata, in massimo 2 anni (24 mesi).

La presente linea di finanziamento si pone l’obiettivo di contribuire al raggiungimento dei seguenti macro-risultati (output), che necessitano di essere chiaramente indicati e declinati nelle fasi di progettazione ed implementazione, mirando a promuovere la gestione della Proprietà Intellettuale per favorire la scienza aperta.

Innanzitutto, cosa si intende per scienza aperta?

La scienza aperta rappresenta una delle priorità politiche della Commissione Europea e rappresenta il metodo standard di lavoro nei programmi di finanziamento in ambito ricerca e l’innovazione (R&I), poiché migliora la qualità, l’efficienza e la speditezza della ricerca. Il trait d’union tra scienza aperta e modelli di innovazione e business richiede, necessariamente, un’attenta valutazione delle questioni inerenti i diritti di Proprietà Intellettuale (cd. DPI), gli accordi di licenza, l’interoperabilità e il riutilizzo dei dati. Fin dal 2012, la Commissione Europea ha riconosciuto l’importanza della scienza aperta, attraverso l’adozione tanto di una raccomandazione specifica[1] , oltre alla creazione della “Open Science Policy Platform[2]” e lo “European Open Science Cloud[3]”. Una definizione, fornita dal MIUR nel Piano Nazionale per la scienza aperta 2021-2027, la definisce quale “approccio al processo scientifico basato su collaborazione, condivisione aperta e tempestiva dei risultati, modalità di diffusione della conoscenza basate su tecnologie digitali in rete e metodi trasparenti di validazione e valutazione dei prodotti della ricerca[4]

Al fine di comprendere nel dettaglio e valutare possibili azioni progettuali in risposta (e coerenti) con gli obiettivi pre-fissati dalla Call, la Commissione Europea indica, da un lato gli output progettuali attesi e, dall’altro, l’ambito di applicazione della presente Call.

Gli impatti attesi indicati sono 6:

  1. Analisi di come una gestione adeguata della proprietà intellettuale (IP) consenta e favorisca la scienza aperta, e come sia la scienza aperta che la gestione della IP siano complementari nel raggiungere una migliore diffusione e valorizzazione della conoscenza;
  2. Sviluppo di materiali, moduli o corsi specifici sulla proprietà intellettuale e la scienza aperta, ivi inclusa la gestione dei diritti di proprietà intellettuale volti a consentire un accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche nonché a garantire che i risultati scientifici siano cd. “FAIR”, acronimo di: Findable, Accessible, Interoperable e Reusable (in italiano, Reperibili, Accessibili, Interoperabili e Riutilizzabili);
  3. Formazione di alta qualità su diversi aspetti relativi alla gestione della proprietà intellettuale e su come quest’ultima faciliti la scienza aperta. Tale formazione dovrebbe essere indirizzata sia a professionisti che managers di organizzazioni operanti in attività di ricerca e/o al personale accademico, secondo l’approccio “Formare i formatori” (“train the trainers”);
  4. Supportare i formatori nell’agire quali moltiplicatori delle conoscenze acquisite, in particolare incorporando i materiali formativi, i moduli ed i corsi oggetto della Call nei curricula/apprendimento o nel materiale di supporto alla ricerca delle organizzazioni che svolgono attività di ricerca;
  5. Raccolta di esperienze e condivisione di buone pratiche per lo sviluppo ulteriore di programmi e corsi specializzati sull’argomento; la Call ambisce all’inserimento di “buone pratiche” nell’archivio della “Knowledge Valorisation Platform[5] (Piattaforma di valorizzazione del sapere) con riferimento alla gestione della Proprietà Intellettuale;
  6. Campagna di sensibilizzazione su una corretta gestione dei diritti di proprietà intellettuale tale da consentire e promuovere una scienza aperta; tale campagna dovrà necessariamente essere in linea con le precedenti promosse dalla Commissione europea (Direzione generale per la Ricerca e l’Innovazione), con l’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO), l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e l’Agenzia esecutiva per le PMI(EISMEA).

I predetti risultati attesi dovranno, inoltre, genere impatti nel medio-lungo termine, tra cui:

  1. Supportare organizzazioni e ricercatori nella pratica della scienza aperta, fornendo loro materiali formativi pertinenti, condividendo best practice e sensibilizzandoli circa l’importanza di una gestione adeguata, corretta e coerente della proprietà intellettuale.
  2. Aumentare la comprensione, all’interno della comunità scientifica, degli asset di proprietà intellettuale ed il ruolo che una loro gestione adeguata ha nel favorire la scienza aperta;
  3. Migliorare la gestione della proprietà intellettuale in conformità al Codice di condotta per l’uso intelligente della proprietà intellettuale, sviluppato nel 2022, ivi inclusa una migliore gestione della proprietà intellettuale per facilitare la scienza aperta;
  4. Potenziare le capacità complessive del sistema di Ricerca e Innovazione (R&I) dell’UE per condurre la scienza aperta e implementarla quale modus operandi della moderna scienza per ricercatori e organizzazioni (ad esempio, integrando gli impatti attesi nelle loro politiche di scienza aperta e di gestione della proprietà intellettuale).

Con riferimento all’ambito di applicazione, la Commissione Europea evidenzia come, una gestione adeguata dei diritti di proprietà intellettuale sui risultati della ricerca sia quantomai necessaria affinché possa avere luogo una collaborazione aperta ed una condivisione sistematica. Tuttavia, tanto la mancanza di consapevolezza quanto la comprensione dei diritti di proprietà intellettuale (ed in particolare la complessità del quadro giuridico e regolatorio) conduca ad una gestione errata di tali diritti, con conseguenti difficoltà per ricercatori e istituzioni nel determinare (se ed in che modo) diffondere le loro ricerche e studi.

La Commissione Europea evidenzia altresì come il copyright sia uno degli elementi cardine, ai fini della scienza aperta, e legato al tema dei diritti di proprietà intellettuale, ivi compresi i diritti che gli autori-ricercatori hanno sulle loro opere (ad esempio, pubblicazioni scientifiche o database) per consente loro di meglio individuare le condizioni per la diffusione e il riutilizzo. Da ultimo, i contributi dovranno tenere in debita considerazione il panorama esistente in tema di erogazione dei servizi di proprietà intellettuale e dei materiali di formazione già predisposti ed offerti dalla Commissione Europea (vedasi IP Helpdesk, IP Scan ed IP Booster), del lavoro messo in atto dall’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) sui diritti d’autore e sui marchi nonché dall’Ufficio Brevetti Europeo (EPO).

Nei prossimi articoli della Newsletter andremo ad analizzare obiettivi generali e specifici, ulteriori impatti attesi e come è strutturato il formulario di candidatura.

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[1] Cfr. Raccomandazione della Commissione Europea del 17.7.2012 sull’accesso all’informazione scientifica e sulla sua conservazione, reperibile al seguente hyperlink: https://ec.europa.eu/transparency/documents-register/detail?ref=C(2012)4890&lang=it;

[2] Cfr. https://ec.europa.eu/transparency/expert-groups-register/screen/expert-groups/consult?lang=en&do=groupDetail.groupDetail&groupID=3436&NewSearch=1&NewSearch=1;

[3] Cfr. https://eosc-portal.eu/;

[4] Cfr. https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2022-06/Piano_Nazionale_per_la_Scienza_Aperta.pdf

[5] Cfr. https://research-and-innovation.ec.europa.eu/research-area/industrial-research-and-innovation/eu-valorisation-policy/knowledge-valorisation-platform_it

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