Blockchain e Smart Contract [Ep 3/10]

di Daniele Lonardo

FOCUS ON – Blockchain e Pubblica Amministrazione: binomio vincente?

I governi europei hanno avviato, da tempo, una transizione verso il digitale con l’intento – da un lato – di offrire migliori servizi al cittadino e – dall’altro – gestire in modo più efficace ed efficiente la macchina statale. Tale processo di innovazione e riorganizzazione della Pubblica Amministrazione prende il nome di e-government (o Amministrazione digitale), avviato fin negli anni ’90 nell’ambito della riforma amministrativa della Pubblica Amministrazione e volto a modernizzare la stessa attraverso una maggiore efficienza, trasparenza e semplificazione amministrativa, migliorando al contempo la qualità del rapporto PA – cittadino.

In tale contesto, la tecnologia blockchain non può non essere presa in considerazione in quanto permetterebbe alla PA di offrire servizi più efficienti, ridurre i costi e svolgere operazioni complesse in maniera sicura e trasparente. A fronte di tali dirompenti potenzialità rappresentate dalle tecnologie DLT (Distributed Ledger Technology), già nell’aprile 2018 veniva sottoscritta – da alcuni Stati membri dell’UE – la cd. “Declaration for a European Blockchain Partnership, EPB” a cui l’Italia si aggregava solo successivamente (in data 27 settembre 2018) e ne assumeva la Presidenza (insieme a Svezia e Repubblica Ceca) per un anno, dal luglio 2019 a luglio 2020. In occasione dell’annuncio dell’iniziativa, il Commissario per l’economia e la società digitale Mariya Gabriel puntualmente osservava che “tutti i servizi pubblici in futuro potranno utilizzare la tecnologia blockchain, un’importante opportunità per l’Europa e per gli Stati membri” [1]

Con il progredire della digitalizzazione all’interno della società contemporanea, si assisterà ad una crescita esponenziale non solo di soggetti singoli ed organizzazioni capaci di interfacciarsi con la PA ma – all’interno dell’economia digitale – faranno presto ingresso macchinari connessi alla rete internet (IoT, Internet of Things) agenti artificiali ed intelligenti con il risultato di veder aumentare la mole di dati prodotti e condivisi. Di fronte a tale rivoluzione, che si ribadisce è già in essere, la PA è chiamata – oltre che ad attrezzarsi per farvi fronte adeguatamente – anche a governare tale cambiamento.

Nel prossimo articolo della newsletter faremo un approfondimento sull’utilizzo della blockchain in Estonia e Norvegia, paesi all’avanguardia nell’utilizzo di tale nuova tecnologia, dove grazie al combinato disposto identità e firma digitale, le imprese hanno la possibilità di costituirsi gestendo con celerità le diverse pratiche annesse, mentre i cittadini possono accedere da remoto ai pubblici registri, al catasto e/o ai propri dati personali e biometrici in modo sicuro e smart.

Oggi invece ci soffermiamo su alcuni elementi cardine relativi al connubio blockchain e PA:

  1. La tecnologia blockchain permette di creare fiducia nelle informazioni e processi in contesti caratterizzati da un ampio ed eterogeneo set di portatori di interessi o utenti. A differenza di un sistema tradizionale, caratterizzato da un database centralizzato, dove una singola entità risulta generalmente responsabile della raccolta, sicurezza e condivisione delle informazioni, le piattaforme blockchain sono basate su di un sistema de-centralizzato dove i database condivisi sono caricati e verificati dalla community degli utenti nel suo insieme. Attraverso gli smart contracts, gli utenti possono pre-acconsentire al trattamento dei dati, successivamente automatizzato, nella consapevolezza che tale trattamento avverrà sulla base di quanto precedentemente statuito. Alla luce delle risorse oggigiorno impiegate per il controllo, doppio controllo e raffronto dei dati raccolti dalla PA, con la tecnologia blockchain vi sarà un calo tanto dei costi quanto dei tempi.
  2. La blockchain permette di creare schemi di tracciamento delle informazioni: risulta facile ed immediato realizzare piattaforme capaci di tracciare quando e dove un dato è stato immesso, per che cosa è stato utilizzato e chi può accedere a tali informazioni. Ciò permette di aumentare esponenzialmente la trasparenza in termini di gestione tanto dei dati quanto dei processi e – di non poco momento per la PA – rendere arduo qualsiasi sorta di abuso o falsificazione delle informazioni. Attraverso tali piattaforme, si assisterebbe, inoltre, ad una maggiore responsabilizzazione (accountability) alla stregua di quanto viene già previsto all’art. 5 del GDPR ove, tra i vari principi da osservare nell’operare un trattamento di dati, si prevede il cd. Principio di responsabilizzazione in capo al titolare del trattamento.
  3. Attraverso la blockchain è possibile stoccare dati, siano essi privati o pubblici, e condividerli. Sulla base dell’approccio by design del sistema blockchain, gli amministratori ed i developpers possono sviluppare complessi schemi di autenticazione volti a controllare chi ha accesso e a quale tipo di informazione ha accesso, chi può condividere cosa ecc. Tale operazione è certamente possibile con i database non distribuiti ma l’utilizzo della blockchain rimane la chiave di volta nel caso in cui tali operazioni debbano essere poste in essere con riferimento ad un gruppo esteso o diverso, senza dover necessariamente fare affidamento su di un unico soggetto incaricato dell’operazione.
  4. Poiché le blockchain sono sistemi decentralizzati con un alto potenziale di automazione, esse possono essere utilizzate per creare piattaforme efficienti ed economiche risparmiando sul trattamento dei dati senza inficiare la solidità, in termini di sicurezza, del sistema.

In conclusione, al fine di sviluppare l’utilizzo della tecnologia blockchain all’interno del settore della pubblica amministrazione, occorrerebbe:

  1. Impostare una infrastruttura blockchain adeguata in modo tale che la PA possa, in modo facile ed immediato, fare affidamento su di una infrastruttura proprietaria economica ed interoperabile.
  2. L’ecosistema blockchain beneficerà di politiche e regolamentazioni ad hoc, risultando necessario fin da ora chiarire ed adattare il quadro attuale implementandolo con nuove norme, se necessario, al fine di adeguare il diritto alle nuove tecnologie emergenti;
  3. Educare i cittadini, gli imprenditori ed i dipendenti pubblici circa i benefici e le potenzialità discendenti da tale tecnologia.

L’Unione Europea deve essere in grado di guidare progetti ad alto impatto all’interno degli Stati Membri collaborando con il settore pubblico e privato. Al contempo, sviluppare progetti e programmi dedicati di ricerca ed implementazione. Tale impulso potrà essere certamente dato attraverso stanziamenti derivanti dai fondi europei ma anche incoraggiando lo sviluppo e la diffusione di progetti trans-frontalieri tra Stati membri.

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[1] Speech by Commissioner for Digital Economy and Society Mariya Gabriel on blockchain applications 1 https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/SPEECH_19_1973

Il presente contributo è tratto da “EU Blockchain Observatory & Forum”, iniziativa promossa dalla Commissione Europea e volta ad accelerare il processo di innovazione rappresentato dalla blockchain, sviluppare l’ecosistema blockchain in ambito comunitario e rafforzare la posizione dell’Europa quale leader globale con riferimento all’utilizzo e implementazione di tale tecnologia.

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