Santo Natale 2020
Eccoci al tradizionale momento dello scambio degli auguri natalizi, un momento che nelle comunità cristiane spinge a rallegrarci l’un con l’altro per la nascita del Salvatore, un dono Grande che ci insegna l’Amore per il nostro prossimo e che noi viviamo nel rito del regalo. Quest’anno il Natale, dopo la tragedia del Covid-19, sollecita una riflessione perché abbiamo preso atto di quanto sia debole ed inconsistente la sola fiducia nella scienza e nella tecnologia. E questa riflessione non può trascurare i preoccupanti sviluppi che sembrano intravedersi nelle scelte dei governi occidentali che, forti di una pressione mediatica che enfatizza la paura, arrivano a mettere in discussione libertà fondamentali come quelle di riunione, movimento e libertà di impresa. Significativi autori hanno visto nella gestione dell’emergenza la volontà di fare delle democrazie occidentali degli inquietanti cloni del modello cinese, in cui la persona conta nulla e spadroneggiano la finanza e la tecnocrazia.
In questa prospettiva e nello spirito del Natale, il regalo che il giurista può fare al proprio prossimo è proprio nel porsi come fondamentale difensore dei diritti umani irrinunciabili, che si possono sviluppare solo godendo pienamente del diritto primo: la libertà e la libertà di vivere con dignità. Non si tratta di inventare diritti nuovi, con il rischio di confondere i desideri con i diritti, ma di tutelare i diritti noti e scoprire in una ricerca che unisca verità e libertà quelli “nascosti”, che i successi della scienza e della tecnologia rendono evidenti: pensiamo alla privacy ed alla riservatezza aggredite da controlli elettronici sempre più sofisticati, ma pensiamo anche al rischio di come le “profilature” raccolte possano essere utilizzati per condizionare le scelte di ciascuno.
Anche l’Intelligenza Artificiale diverrà motivo di confronto: la Giustizia Predittiva – una sorta di giudizio automatizzato – sarà la nuova frontiera e non è troppo lontano il momento in cui dovremo affrontare giudici-robot, in uno scenario in cui l’avvocato sarà al fianco della propria clientela sapendo coniugare diritto e conoscenze informatiche.
Lo sviluppo tecnico non deve però spaventare, se sarà a servizio della Persona per liberarla da inutili rituali e per dare maggiore affidabilità e velocità nelle decisioni, ma evitandole ogni subalternità alle macchine ed evitando al contempo che vengano calpestati i fondamentali principi equità in nome di una pretesa infallibilità di giudizi tecnologicamente standardizzati.
L’emergenza Covid ha solo accelerato una serie di mutamenti già in atto ed in questo scenario al giurista sarà affidata la sfida di verificare quanta libertà ci rimarrà per fare ciò che, come Papa Francesco ricorda nella sua ultima enciclica “Fratelli Tutti”, rappresenta l’aspetto più vero dell’Uomo: vivere e realizzarsi nella relazione con il proprio prossimo nella famiglia, nell’ambiente di lavoro e nella società.
AUGURI DI BUON NATALE
E FELICE ANNO NUOVO!
In questo numero parliamo di…
- Blockchain e Smart Contract [Ep 5/10]
- “Al Salam Boccaccio 98”: nessuna immunità giurisdizionale per l’ente certificatore. La lettura funzionale delle Sezioni Unite porta in auge l’immanente diritto di accesso alla giustizia
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