COME I SOCIAL TENGONO ’’ LEGATI ‘’GLI UTENTI
DOPAMINA… CHE COS’E’? CHE RUOLO HA NEI SOCIAL?
La dopamina è un neurotrasmettitore, una sostanza che veicola le informazioni fra i neuroni attraverso la trasmissione sinaptica. La dopamina funge da messaggero chimico per le cellule nervose, svolgendo ruoli cruciali nel cervello: per il controllo del movimento, delle emozioni, della motivazione e del sistema di ricompensa.
È nota come “ormone del piacere” perché la sua liberazione ci fa provare sensazioni positive, spingendoci a ripetere comportamenti gratificanti. Funziona anche nella regolazione dell’umore, dell’attenzione, dell’apprendimento e della memoria, ed è fondamentale anche per le funzioni renali e l’equilibrio ormonale, ad esempio nella regolazione della prolattina.
Meta e TikTok conoscono bene questi meccanismi, che sfruttano per la progettazione e gestione delle loro piattaforme: provocare sensazioni di gratificazione, infatti, lega irreversibilmente l’utente alla piattaforma, favorendone l’abuso.
Il danno da abuso da social è più elevato per bambini e adolescenti, perché il loro cervello è ancora in fase di crescita e hanno una minore capacità “di difesa” rispetto agli adulti.
L’atto che MOIGE e le Famiglie ricorrenti hanno depositato al Tribunale di Milano evidenzia le ragioni che spingono Meta e TikTok ad indirizzare i propri sforzi per coinvolgere il più possibile i bambini fin dalla più giovane età. La principale consiste appunto nella maggiore facilità di influenzare un bambino o un adolescente, rispetto a un adulto, per una questione di sviluppo fisico e mentale, che nell’adolescente non è ancora compiuto.
In sintesi praticamente il minore, sia bambino che adolescente, è sempre alla ricerca di nuove emozioni e soddisfazioni, che i social dispensano a piene mani, creando così una dipendenza a carico del giovane utente: più resti collegato e più hai soddisfazioni e riconoscimenti, concretizzati nei like, commenti ed altri “segnali” che riesci ad ottenere. La dopamina è quindi un vero e proprio “cavallo di Troia” attraverso il quale Meta e TikTok condizionano ed indirizzano le coscienze dei giovani utenti, in alcuni casi provocando danni permanenti sul loro sviluppo cerebro-intellettivo.
ALGORITMI PER CONDIZIONARE TUO FIGLIO?
Infatti il funzionamento dei social, in particolare quelli di Meta e TikTok, si fonda in gran parte su algoritmi informatici:
“In informatica un algoritmo può essere descritto come “una sequenza di passi finiti destinati a compiere un lavoro”. Più strutturato e ricco è un algoritmo e più esso sarà preciso e performante. Gli algoritmi oggi sono impiegati praticamente ovunque nella tecnologia e i Social Media e i Social Network non ne sono esenti. La capacità di un Social di raggiungere gli interessi specifici di un utente è strettamente correlata da quanto e da come l’algoritmo dell’applicazione viene sviluppato e implementato”.
In un mondo contraddistinto dalla onnipresenza dei social, è d’interesse anche il concetto della cd. identità algoritmica, ovvero il “processo di utilizzo di algoritmi per modellare e definire l’identità di un cliente”. (dalla perizia in materia di Digital Forensics del Dott. Paolo Dal Checco – consulente informatico forense di fama- allegata all’atto del MOIGE e delle Famiglie).
In sostanza, l’identità algoritmica si basa sull’applicazione di meccanismi telematici per raccogliere e analizzare i dati di un soggetto attraverso la sua attività online, per individuare gli interessi, i gusti, le convinzioni, in modo che il sistema selezioni automaticamente messaggi dal contenuto coerente con tale “identità” così tenendolo sempre collegato.
I servizi di Meta e TikTok si basano in larga misura su tale profilazione degli utenti e come scrive il dott. Del Checco “viene tracciata non solo la navigazione, ma anche la durata della navigazione dei singoli contenuti”. Questa analisi continua e minuziosa dell’attività degli utenti consente alle aziende di proporre e riproporre contenuti altamente personalizzati (e ripetitivi), costituendo una tra le principali cause di dipendenza – e di danno – per i giovani utenti:
“Gli algoritmi analizzano il comportamento passato degli utenti (like, commenti, condivisioni, tempo trascorso su un post) per mostrare contenuti che ritengono più interessanti per l’utente che prendono il nome di “Feed”. Questo porta a un flusso continuo di contenuti altamente rilevanti e coinvolgenti, aumentando plausibilmente la difficoltà a disconnettersi.
Tale sofisticato sistema è ormai raffinatissimo, supportato ora dall’Intelligenza Artificiale, e viene complessivamente definito “Tecnologia persuasiva o captologia”, affascinante quanto inquietante branca della scienza che esplora l’intersezione tra informatica e persuasione, che si può definire “un sistema informatico progettato per modificare atteggiamenti e comportamenti senza apparente coercizione o inganno”.
Essa è descritta come un sistema che può sia rafforzare che cambiare i comportamenti degli utenti e che può agire anche contro il loro interesse, realizzando una manipolazione computazionale che utilizza intelligenza artificiale e Big Data per influenzare i processi decisionali in modo occulto.
L’impatto negativo di tali processi sui diritti fondamentali è riconosciuto in numerosi testi di legge UE, come la Legge sui Servizi Digitali (DSA), la Legge sui Mercati Digitali (DMA), la Legge sull’Intelligenza Artificiale (AIA), gli Orientamenti della Commissione UE sulla Direttiva 2005/29 (Dir. sulle Pratiche Commerciali Sleali).
Tutti riconoscono l’esistenza dell’IA manipolativa, ma nessuno fa qualcosa di serio e concreto per tutelare la libertà formativa e l’equilibrio mentale dei più indifesi: bambini ed adolescenti! È a questo atteggiamento omissivo che vuole ovviare la nostra iniziativa!