Tutela dell’ambiente e future generazioni: analisi e prospettive a due anni dall’entrata in vigore della modifica costituzionale

di Daniele Lonardo

Si è svolto, lunedì 26 febbraio 2024 nella prestigiosa Sala Zuccari del Senato della Repubblica (Palazzo Giustiniani a Roma), il Convegno dal titolo: “Tutela dell’ambiente e future generazioni. Analisi e prospettive a due anni dall’entrata in vigore della modifica costituzionale”, organizzato da WWF Italia.

Dopo i ringraziamenti ed i saluti istituzioni della Vice Presidente del Senato, Maria Domenica Castellone, letti dal Presidente WWF Italia Luciano Di Tizio, quest’ultimo ha aperto il convegno sottolineando l’importanza dell’evento nel contesto dell’ultima campagna di sensibilizzazione condotta dal WWF: informazione, formazione e attivazione della società civile indirizzata sia al grande pubblico che alle istituzioni oggi impegnate nel processo di transizione ecologica. Ha evidenziato il significato storico della modifica costituzionale del febbraio 2022 (ed i novellati principi contenuti negli artt. 9 e 41 della Costituzione), ove la tutela dell’ambiente assurge a principio fondamentale della Repubblica. Inoltre, ha fatto notare la coincidenza dell’anniversario della modifica costituzionale con il trentennale dell’entrata in vigore della legge sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell’attività venatoria (impropriamente nota come legge sulla caccia!), sottolineando le sfide e le criticità emerse nell’attuazione di tali normative. Di Tizio ha poi illustrato i risultati di un sondaggio commissionato da WWF Italia sulla consapevolezza dei cittadini riguardo alla portata delle modifiche costituzionali in materia ambientale, evidenziando la necessità di un maggior impegno nella divulgazione e nell’educazione ambientale: il 28% non sapeva della riforma, una larga maggioranza la giudica positivamente e solo una esigua minoranza la ritiene negativa o molto negativa. Ha concluso ribadendo l’importanza di mettere al centro dei valori la natura e il benessere delle persone, affrontando con determinazione le sfide ambientali per garantire un futuro migliore alle generazioni future.

Il Vicepresidente della Corte Costituzionale, Prof. Avv. Giulio Prosperetti, ha esposto alcune considerazioni fondamentali riguardo alla modifica costituzionale relativa alla tutela dell’ambiente. Ha sottolineato che l’inclusione della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Carta Costituzionale è un passo significativo che conferisce una prospettiva dinamica alla protezione dell’ecosistema. Questo implica che la tutela ambientale non è statica, ma richiede un costante adattamento alle mutevoli esigenze ambientali. Il Prof. Prosperetti ha poi affrontato il ruolo delle Regioni nella tutela ambientale, affermando che l’attribuzione di maggiori competenze autonome potrebbe non essere così dannosa, dal momento che la Corte Costituzionale ha spesso “salvato” leggi regionali impugnate dallo Stato sotto il profilo della competenza (sentenza sui fiumi tombinati della Liguria). Ha affrontato la questione della giustizia ambientale, notando che la tutela ambientale deve essere garantita anche alle generazioni future. A tal proposito, ha citato le diverse costituzioni europee (e nello specifico quelle di Italia, Francia, Lussemburgo, Belgio, Malta, Polonia e Portogallo) che sanciscono il principio di solidarietà intergenerazionale nella tutela dell’ambiente. Inoltre, ha discusso del ruolo della Corte Costituzionale nell’ambito della tutela ambientale, evidenziando che potrebbe intervenire nel caso in cui le norme ambientali esistenti non garantiscano una tutela sufficiente, come la sentenza della Corte tedesca su leggi ambientali incostituzionali e la causa pendente davanti alla Corte di Strasburgo riguardante i danni ambientali. Ha concluso affermando che la giurisprudenza potrebbe giocare un ruolo determinante nella tutela ambientale, poiché tiene conto delle esigenze ambientali a lungo termine, mentre la politica si concentra, spesso, solo sugli interessi e problematiche più contingenti.  Ha auspicato un maggiore sviluppo della giurisprudenza ambientale come strumento atto a garantire una tutela adeguata dell’ambiente per le generazioni presenti e future.

L’intervento della Prof.ssa Patrizia Lombardi, Presidente della Rete Università per lo Sviluppo Sostenibile, si è concentrato sull’importanza delle Università nel promuovere la sostenibilità e nell’affrontare le sfide dell’Agenda 2030. Ha evidenziato il ruolo cruciale delle Università nel promuovere la sostenibilità e la necessità di un impegno collettivo per affrontare le sfide ambientali e sociali del futuro. I temi toccati hanno spaziato dall’educazione per lo sviluppo sostenibile (integrando la sostenibilità in tutti i livelli di istruzione, non solo attraverso nuovi corsi di laurea, ma anche attraverso insegnamenti trasversali), un maggiore e più incisivo coinvolgimento degli studenti nelle decisioni riguardanti la sostenibilità e la loro partecipazione attiva al processo decisionale. È necessario altresì un supporto politico e normativo (coordinato e congiunto) per favorire la sostenibilità nelle Università e nella società nel suo complesso, ivi incluso il riconoscimento dell’importanza della sostenibilità nell’ambito della valutazione accademica e della terza missione delle Università (interazione diretta con la società volta a favorirne lo sviluppo economico, culturale e sociale).

Il Prof. Marco Benvenuti dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha offerto una panoramica critica e approfondita delle implicazioni della revisione costituzionale sull’ambiente e dei suoi sviluppi attuali. A partire da un’analisi dei lavori preparatori della revisione costituzionale, ha toccato i temi del regionalismo differenziato, della complessità di bilanciamento nell’attribuzione delle competenze Stato-Regioni e analizzando il rapporto finale del comitato tecnico-scientifico con funzione istruttoria per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni ambientali, sottolineando l’importanza di considerare gli ambiti di competenza (aria, acqua, suolo, biodiversità, produzione sostenibile, procedimenti amministrativi, monitoraggio e informazione) definiti dalla giurisprudenza costituzionale.

La Dott.ssa Annamaria Picozzi, Procuratore aggiunto al Tribunale di Palermo, si è focalizzata sul binomio diritto penale-ambientale. Nonostante il diritto penale rappresenti l’extrema ratio, intervenendo quando altri strumenti giuridici non sono efficaci, ha discusso l’importanza di bilanciare gli interessi costituzionali di pari dignità, criticando l’idea di una gerarchia tra di essi. Ha esaminato tre prospettive sulla riforma ambientale, valutandone l’impatto sul diritto penale. Ha evidenziato le sfide nel perseguire reati ambientali, considerando la natura globale dei danni e la struttura rigida del diritto penale nazionale. Ha proposto soluzioni come l’istituzione di un diritto penale ambientale internazionale e l’armonizzazione delle legislazioni nazionali. Ha menzionato l’importanza della responsabilità degli Enti nella tutela ambientale e il ruolo della compliance aziendale nella prevenzione dei reati. Infine, ha sottolineato un necessario bilanciamento tra interessi contrapposti quali lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente, anche attraverso le diverse forme di volontariato.

Anche Ambrosio & Commodo ha dato il suo contributo al Convegno, con l’intervento del nostro Collega  Daniele Lonardo, Europrogettista, che – parlando in rappresentanza del movimento The Economy of Francesco – ha esordito con una citazione tratta dalla “Laudate Deum”, l’ultima esortazione apostolica di Papa Francesco rivolta alle persone di buona volontà sulla crisi climatica, evidenziando l’urgenza di un cambiamento di rotta nei paradigmi dell’economia moderna che “scarta i poveri e non fa respirare la Terra”.  Lonardo, nel raccontare il processo di The Economy of Francesco (al contempo vocazione e chiamata all’azione), che coinvolge giovani economisti, imprenditori e changemakers di tutto il mondo, ha sottolineato – da un lato – come il dialogo ed il cambiamento globale debbano provenire tanto dal di dentro (per dare un’anima all’economia) quanto dal di fuori (verso una nuova economia); dall’altro come il processo in corso (avviato con il Patto di Assisi del novembre 2020) sia tutt’ora vibrante e operativo a livello nazionale ed internazionale, richieda impegno, costanza e determinazione pressoché quotidiane. Ha poi portato alcune best practices, come la “teoria delle piante” (elaborata dal Prof. Bruni e dal neurobiologo vegetale Mancuso a partire dalla dicotomia paradigma vegetale Vs animale), la “Fattoria di Francesco” (output concreto del Villaggio Agricoltura e Giustizia) e l’esperienza di un’azienda agricola piemontese a conduzione familiare che applica il cd. Metodo Manenti, dove il lavoro e cura della terra avviene senza alcun uso di concimazione o trattamento chimico. Nel finale, sottolineando l’importanza di agire repentinamente per far fronte alle sfide attuali, ha fatto cenno alla prosecuzione del cammino verso le Settimane Sociali dei Cattolici in Italia (Trieste, luglio p.v.) con l’obiettivo di corroborare azione e cooperazione a diversi livelli, anche trasversali: lavoratore-imprenditore; istituzioni-cittadini e partenariati pubblici-privati.

A chiosa del Convegno, hanno reso la parola il Prof. Leonardo Becchetti (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”) in collegamento a mezzo videoconferenza da remoto per sottolineare l’importanza dell’azione congiunta dei cittadini, dei fondi di investimento etici ed iniziative legislative volte a promuovere comportamenti aziendali più responsabili e citando il  “voto con il portafoglio” (generare impatti positivi nella società e sull’ambiente con le proprie scelte di consumo e di investimento) ed il Dott. Gaetano Benedetto del Centro Studi WWF Italia.

La diretta integrale del Convegno è disponibile al seguente hyperlink: https://webtv.senato.it/webtv_live.

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