RISARCIMENTO DEI DANNI IN IPOTESI DI INCIDENTE STRADALE CON CONCORSO DI COLPA: IL RUOLO DELL’AVVOCATO ESPERTO

di Davide Gatto

– manovre vietate e contestuale eccesso di velocità del veicolo antagonista –

Può capitare di esser coinvolti in un incidente stradale e tutti abbiamo la consapevolezza che si tratta di un evento che può verificarsi, ma spesso – finché non si è interessati personalmente da tali eventi – si ignora la questione un po’ per paura di accettare tale eventualità o semplicemente perché si confida nelle proprie capacità di guida e di poter sempre scongiurare il peggio; che a volte però comunque accade poiché semplicemente, magari nel commettere una piccola infrazione, non si riesce a prevedere che contemporaneamente altri utenti della strada possono assumere una condotta di guida pericolosa.

A ciò si aggiunga che spesso l’invitabile immensa sofferenza data dalle lesioni subite e/o dalla perdita di congiunti a seguito dell’occorso sinistro, non permette di avere la necessaria lucidità per far valere correttamente i propri diritti. È proprio in questi casi che a volte, per erronea auto-colpevolizzazione, si decide di non far valere i propri diritti o, per inesperienza, di affidarsi alla consulenza di professionisti che esplicano la propria attività usufruendo solo della loro buona volontà ma senza avere l’esperienza di anni e anni di lavoro in tale specifico ambito giuridico.

È tuttavia di fondamentale importanza sapere come affrontare uno spiacevole, a volte tragico, evento quale può essere un sinistro stradale in cui si è coinvolti personalmente o che vede vittime dei propri familiari. In particolare, è ancor più importante quando vi sono delle incertezze in merito alla responsabilità.

Orbene, entrando nel merito del tema in oggetto, si deve subito precisare cosa si intende per concorso di colpa e quale ruolo gioca l’avvocato esperto in responsabilità civile e danno alla persona.

Si può affermare, in sintesi, che si ha concorso di colpa quando l’incidente stradale in cui si è coinvolti è causato non esclusivamente per responsabilità di uno solo dei conducenti dei veicoli interessati dal sinistro, ma per colpa e quindi a causa della condotta di guida di entrambi i conducenti, sebbene con diversi gradi di responsabilità.

Nello specifico, contrariamente a quel che si può comunemente pensare, nel nostro ordinamento il concorso di colpa è la principale regola giuridica in caso di sinistri tra veicoli e, infatti, il legislatore ha previsto ex lege – al comma 2 dell’art. 2054 c.c. – un presunzione di concorso di colpa stabilendo che “nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli” ovvero i danni subiti dai singoli conducenti.

In termini pratici vuol dire che fino a prova contraria, ossia finché non sia stata dimostrata la totale responsabilità di uno solo dei conducenti dei veicoli coinvolti, si presume che il sinistro si sia verificato con colpa paritaria (al 50%) dei conducenti. Invero, non vi sono solo queste due ipotesi, ossia quella di parità di colpa oppure di colpa esclusiva, ma vi possono essere anche differenti ripartizioni e gradazioni della colpa: ad esempio la responsabilità può esser individuata anche nella misura del 20% a carico di uno dei conducenti e del 80% a carico dell’altro.

In altre parole, per meglio comprendere i termini di applicazione pratica di tale fattispecie normativa, supponiamo per semplicità un incidente tra due veicoli (di cui ad esempio uno dei conducenti ha omesso di dare la precedenza e l’altro ha completamente omesso di rallentare in presenza di un’intersezione o, ancora, un conducente ha effettuato un sorpasso vietato e l’altro viaggiava ad elevata velocità senza rispettare i limiti previsti su quel tratto stradale) e supponiamo che  entrambi i mezzi abbiano riportato danni (ad es. uno per euro 3000 e l’altro per euro 5000) e che uno dei conducenti sia rimasto ferito e l’altro abbia perduto la vita.

In tal caso, in assenza di prova liberatoria che dimostri che il fatto si sia verificato per colpa esclusiva di uno solo dei conducenti, le rispettive Compagnie di assicurazione saranno tenute a risarcire entrambi i proprietari dei veicoli nella 50% dei danni riportati, sia con riferimento ai danni materiali subita dalla vettura che quelli fisici del conducente oppure quelli riflessi subiti dagli eredi e/o congiunti del conducente deceduto a seguito dell’occorso.

Fatta luce sul funzionamento in astratto dell’istituto del concorso di colpa, resta da capire l’importanza del ruolo che gioca l’avvocato esperto al fine di ottenere il risarcimento dovuto al danneggiato e/o ai congiunti della vittima di un sinistro stradale.

Innanzitutto, occorre chiedersi: è obbligatorio andare dall’avvocato? Il legislatore non ha previsto a carico del danneggiato o degli eredi un obbligo generalizzato di assistenza legale, rendendosi tale assistenza obbligatoria solo per l’instaurazione di un contenzioso processuale per ottenere il risarcimento in via giudiziale.

Allora perché è importante rivolgersi a un professionista esperto? A questa domanda ha risposto indirettamente la Suprema Corte di Cassazione riconoscendo e stabilendo che “il rimborso delle spese di assistenza stragiudiziale ha natura di danno emergente, consistente nel costo sostenuto per l’attività svolta da un legale in detta fase pre-contenziosa…. L’utilità di tale esborso, ai fini della possibilità di porlo a carico del danneggiante, deve essere valutata ex ante, cioè in vista di quello che poteva ragionevolmente presumersi essere l’esito futuro del giudizio” (Cass. 24481/2020; Cass. Sez. Un. 16990/2017; Cass. n. 997 del 2010; n. 6422 del 2017).

Riconoscendo le spese legali stragiudiziali come danno emergente e la possibilità di porre a carico del danneggiante (ovvero della Compagnia assicurativa) tali costi, la Suprema Corte ha di fatto riconosciuto l’importanza e la necessità di una assistenza tecnica per il danneggiato anche nella fase che precede il contenzioso giudiziale.

Ciò in quanto, nel corso degli anni la giurisprudenza ha potuto constatare che l’assistenza tecnica di un legale spesso si rende necessaria, da un lato, per la corretta e regolare instaurazione del contraddittorio nel rispetto della complessa procedura prevista dal codice delle assicurazioni e, dall’altro lato, per riequilibrare i rapporti di forza tra compagnie assicurative che si avvalgono in numerosi professionisti esperti e il danneggiato-assicurato che spesso, ignorando completamente la materia, è costretto a vedere la propria pretesa risarcitoria imbrigliata nelle fitte maglie di un complesso sistema procedurale o ancor peggio a subire ingiuste decurtazioni del risarcimento ad esso spettante.

Sotto un profilo pratico, l’esperienza insegna come le persone comuni molte volte, quasi sempre, anche in casi gravissimi si affidino alla propria compagnia di assicurazione in quanto il proprio assicuratore – con il quale hanno un buon rapporto, a volte di amicizia – li consiglia in tal senso ed è proprio questo il principale errore.  Infatti, non è l’agente poi a liquidare il danno bensì l’ufficio sinistri e in ogni caso la compagnia che risarcisce il danno non può che farlo nel proprio egoistico interesse e non certamente in quello del proprio assicurato. D’altronde, non esiste al mondo che il debitore paghi nell’interesse del creditore, senza neppure provare a fare i suoi interessi e a risparmiare. Il debitore è sempre la controparte!

Orbene, compresa la ragione per cui in generale può essere opportuna l’assistenza legale nell’interesse delle vittime di sinistri stradali, occorre a questo punto porre l’accento su come in taluni casi risulti importante e necessaria un’assistenza tecnica da parte di professionisti esperti e uno di questi casi è proprio quello dei sinistri con concorso di colpa. In questi casi, le competenze e l’esperienza maturata dal professionista esperto giocano un ruolo fondamentale al fine di ottenere un corretto e giusto risarcimento, poiché vi sono numerose variabili da prendere in considerazione sia in punto an debeatur che in punto quantum debeatur.

Con riferimento al primo, in particolare è necessaria la valutazione di tutte le circostanze del caso per l’individuazione della più opportuna e giusta ripartizione delle rispettive responsabilità; a titolo esemplificativo, occorrerà stabile – in termini di causalità – in che misura abbia inciso nella determinazione del sinistro l’eccesso di velocità posto in esser dal veicolo antagonista e se tale condotta di guida possa o meno assorbire la responsabilità del veicolo che ha omesso la precedenza o che ha invaso la corsia opposta per effettuare un sorpasso.

Parimenti, in riferimento alla quantificazione del danno sarà necessario giungere alla più corretta valutazione di tutti danni patrimoniali e non patrimoniali, nessuno escluso, poiché – trattandosi di danni cagionati con il concorso del danneggiato – una volta effettuata la valutazione economica dei danni patrimoniali e, più correttamente in ottica satisfattiva, la monetizzazione dei danni non patrimoniali, tali somme dovranno poi esser decurtate in relazione alla percentuale di responsabilità che sarà accertata. Ne consegue che una non corretta quantificazione iniziale comporterebbe un’ingiustificata riduzione dell’importo finale.

In conclusione, alla luce quanto sopra illustrato, si può osservare come in ipotesi di concorso di colpa risulti particolarmente complesso ottenere un equo riconoscimento dei propri diritti risarcitori e come le competenze dell’avvocato esperto in materia di responsabilità civile e danno alla persona permetteranno di ottenere l’integrale risarcimento del danno e conseguentemente un più correttamente personalizzato danno che, seppure ridotto dell’eventuale percentuale di responsabilità a carico del danneggiato, risulterebbe comunque più elevato di un risarcimento non opportunamente personalizzato utilizzando la più recente giurisprudenza di merito e di legittimità.

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