L’obiettivo della rubrica “EuroprogettaTO” è di accompagnare i nostri lettori in un mini-corso avente ad oggetto il tema dell’Europrogettazione e, più in generale, delle opportunità di finanziamento stanziate dalla Commissione Europea. Il presente contributo rappresenta l’Episodio n. 1: nel corso prossime newsletter di A&C andremo ad approfondire ulteriori tematiche. Buona lettura!
I contributi messi a disposizione dalla Commissione Europea rappresentano una risorsa estremamente importante per piccole e medi imprese (PMI), territori ed enti locali. Attraverso tali contributi, infatti, un numero sempre crescente di soggetti ha l’opportunità di ottenere nuove forme di finanziamento volte ad avviare od implementare la propria attività di impresa, favorire lo sviluppo di nuovi prodotti & servizi, la creazione di start-up innovative o l’avvio di un processo di internazionalizzazione. Al fine di cogliere tali opportunità e destreggiarsi al meglio nel mare magum dei finanziamenti europei, è necessario che il potenziale Committente venga affiancato da un professionista specializzato – l’Europrogettista – capace di guidarlo step by step in ogni fase del percorso volto all’ottenimento dei contributi comunitari: dall’attività di scouting alla redazione del formulario fino alla gestione delle attività di rendicontazione e disseminazione del progetto presso i potenziali utenti finali.
Allo stato dell’arte, tuttavia, il nostro Paese non riesce a sfruttare appieno le risorse stanziate dall’Unione Europea, in particolare con riferimento ai fondi strutturali e di investimento, dove l’Italia si assesta tra le ultime posizioni per capacità di assorbimento dei fondi provenienti dal bilancio 2014-2020[1] i cui progetti dovranno concludersi entro e non oltre il 2023. Scenario diametralmente opposto per quanto riguarda i fondi a gestione diretta (che andremo ad approfondire nel corso della prossima newsletter mensile) dove, a contrario, il nostro Paese è estremamente competitivo, anche grazie alla logica sottesa a tali tipologie di contributi che prevedono una gestione partecipata tra più Stati Membri.
Il nuovo budget pluriennale (cd. Multiannual Financial Framework, acronimo MFF), il primo dell’Unione europea a 27 e formalmente avviato nel Gennaio 2021 a seguito della proposta da parte della Commissione Europea e la successiva approvazione tanto del Consiglio quanto del Parlamento Europeo, coprirà il settennato 2021-2027 ed è volto a stabilire in maniera dettagliata quanto l’Unione Europea investirà nei diversi programmi e progetti europei, stabilendo l’ammontare massimo delle risorse per i vari capitoli di spesa (cd. rubriche).
A differenza dei bilanci degli Stati Membri, il MFF 2021-2027 rappresenta un bilancio di investimento focalizzato sullo sviluppo ed implementazione dei settori chiave capaci di creare il quid pluris europeo, o valore aggiunto europeo, espressione delle priorità politiche dell’Unione Europea.
In estrema sintesi, e rispetto al precedente bilancio a lungo termine dell’Unione (2014-2021), quello attuale è caratterizzato da una maggiore flessibilità (un bilancio più flessibile e snello perché concepito a mezzo di un’architettura più chiara e agile rispetto alla precedente), semplicità (meno formalità burocratiche per i beneficiari) e pragmaticità (forte accento sul valore aggiunto europeo e sui risultati attesi). È previsto altresì un aumento dei finanziamenti per i settori prioritari insieme ad un nuovo meccanismo volto a proteggere il bilancio dell’UE dai rischi finanziari legati allo Stato di diritto: è necessario, infatti, che tutti gli Stati Membri dimostrino di disporre di un quadro normativo solido per la gestione finanziaria, che tale normativa venga correttamente attuata a livello nazionale unitamente alla sussistenza delle necessarie capacità amministrative e istituzionali volte a scongiurare il rischio che politiche economiche e di bilancio inadeguate possano compromettere l’efficacia dei finanziamenti europei.
Per realizzare ciò, la Commissione ha dovuto forzatamente ridurre di oltre un terzo il numero dei programmi esistenti (che da 58 sono scesi a 37), riunire le fonti di finanziamento – precedentemente frammentate – e razionalizzare l’uso degli strumenti finanziari. In particolare, ciò ha determinato lo spostamento di programmi tra differenti rubriche ed un focus mirato sulle diverse politiche dell’Unione. Il nuovo budget, quindi, risulta oggi allineato sui principi di prosperità, sostenibilità, solidarietà e sicurezza.
Nel corso delle prossime newsletter mensili, accompagneremo i nostri assidui lettori in un viaggio alla scoperta dei diversi programmi di investimento europei (dall’Horizon Europe – ex Horizon 2020 – fino al più conosciuto Erasmus+), analizzeremo il Next Generation EU ed in particolare le diverse missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tenteremo di spiegare in maniera chiara e concisa le diverse opportunità rappresentate dalle sovvenzioni (cd. Grants) e dagli appalti pubblici (cd. Tenders) per approdare alla corretta gestione e rendicontazione del Project Cycle Management.
Molliamo gli ormeggi…si salpa!