A fronte della notizia sui respiratori oggetto di richiamo interviene Luca Roberti

Dispositivi per apnee notturne difettosi: la Corte di Appello di Milano condanna PHILIPS-RESPIRONICS

di Stefano Bertone

QUESTO È IL RISULTATO DELLA PRIMA CLASS ACTION ITALIANA IN AMBITO SANITARIO
COORDINATA DALL’AVV. STEFANO BERTONE DELLO STUDIO AMBROSIO & COMMODO.

La vicenda trae origine nel lontano giugno 2021 quando la multinazionale olandese Philips allerta le autorità competenti sul pericolo legato ad alcuni dispositivi medici per la respirazione, il cui utilizzo potrebbe comportare rischi per la salute dei pazienti che soffrono di disturbi del sonno e di patologie neuro-muscolari.

Il problema, in particolare, riguarda la schiuma fono-assorbente presente all’interno dei macchinari, la cui degradazione “provoca il rilascio di particelle e sostanze tossiche destinate ad essere inalate o ingerite dal paziente durante il trattamento“.

Philips si impegna a risolvere il problema mediante richiamo, sostituzione o riparazione dei dispositivi coinvolti entro il mese di dicembre 2022, rassicurando così gli utilizzatori.

Senonché la campagna di ritiro sul territorio italiano viene iniziata, ma mai completata, motivo per il quale viene avviata una class action in rappresentanza dei 106mila utilizzatori dei dispositivi medici della Philips non sicuri.

L’azione inibitoria collettiva, la prima in materia di salute in Italia, è partita per volontà dell’Associazione Apnoici Italiani e Adusbef assistiti da un pool di legali, coordinati dall’avvocato Stefano Bertone, dello studio associato Ambrosio & Commodo.

Hanno fatto parte del team di avvocati di A&C i colleghi Davide Gatto, Jacopo Giunta, Chiara Ghibaudo, Matteo Chiavassa.

Il Tribunale di Milano, accogliendo il ricorso proposto, ha condannato Philips SPA e Respironics Deutschland, nella sua veste di mandataria europea della fabbricante statunitense Respironics, a riparare o sostituire entro il 30 aprile 2023 i dispositivi per le apnee notturne ritenuti pericolosi per i pazienti.

Il Tribunale ha stabilito altresì una penale a carico di Philips di 20mila euro “per ogni giorno di ritardo, nell’ottemperanza dell’ordine impartito a decorrere dalla scadenza del termine assegnato per il completamento del piano“.

Philips SPA da un lato non ha ultimato la campagna di ritiro e dall’altro ha impugnato la sentenza emessa dal Tribunale di Milano, ma il grado di appello si è concluso identicamente: la Corte di Appello di Milano ha definitivamente condannato la multinazionale.

Il Collegio di Giudici milanesi della sezione XIV Civile specializzata in materia d’impresa ha accolto, confermandola, l’azione inibitoria collettiva avanzata dall’Associazione Apnoici Italiani APS e da Adusbef APS nei confronti dell’azienda olandese.

Nel dispositivo della sentenza del 31 gennaio 2024 si legge, oltre alla conferma della penale (seppur ridotta a 10.000 euro al giorno dal momento della pubblicazione dell’ordinanza in avanti) anche l’obbligo per Philips SPA di pubblicare a sue spese il dispositivo della sentenza sul quotidiano Corriere della Sera, nonché in modo continuativo per trenta giorni sulla home page del sito www.philips.it

Al momento il diritto alla salute è prevalso.

Ma non va dimenticato che sono più di 100.000 le persone che hanno inalato ed ingerito sostanze tossiche, potenzialmente letali, e ne sono comprensibilmente scioccate: di questo l’azienda dovrà rendere conto davanti ai Tribunali in una nuova serie di cause.

Avvocati di A&C: Stefano Bertone, Renato Ambrosio, Stefano Commodo, Davide Gatto, Jacopo Giunta, Chiara Ghibaudo, Matteo Chiavassa.

Articoli

Menu