Chi ha paura dell’Intelligenza Artificiale?

di Gregorio Torchia

Intelligenza Artificiale e controllo della popolazione non possono che risvegliare sentimenti di Orwelliana memoria, ma soprattutto in questi giorni, così vicini alla festa della Liberazione, non ci si può esimere da una breve analisi su come questi strumenti, con un maggior controllo, ci avrebbero potuto liberare prima dall’oppressore moderno: il Covid.

Infatti, se c’è una cosa che il morbo ci ha insegnato è l’importanza della logistica. D’altronde in quei paesi in cui la macchina statuale generalmente funziona, l’impatto dell’epidemia è stato inferiore, ed in Italia, vista la recente proposta di regolamento UE in tema di I.A. e l’annuncio della creazione dell’istituto I3A, risulta spontaneo chiedersi in quali settori dovrebbero concentrarsi le azioni del nuovo comitato.

Un primo alleato contro il Covid avrebbe potuto essere il servizio SPID, mai implementato seriamente, che dovrebbe altrimenti essere incentivato. Tale servizio permette al cittadino di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e dei privati aderenti, con una coppia di credenziali (username e password) personali. Pertanto, un primo compito da affidare al nuovo comitato dovrebbe essere appunto l’implementazione dell’Identità Digitale.

Tuttavia, la sola possibilità di identificare i singoli cittadini non rappresenta una grandissima innovazione, ma se tale servizio fosse accoppiato con le informazioni delle cartelle cliniche personali di ogni singolo cittadino, da una blockchain permissioned, ed inoltre vi operasse anche un’Intelligenza Artificiale in grado di gestire, in tempo reale, le informazioni cliniche di tutta la popolazione in maniera efficiente e mirata si aprirebbero prospettive interessanti e ci si potrebbe avvicinare all’eccellente modello estone.

Un esempio tra i tanti in ambito di diagnostica Covid può essere il caso dell’algoritmo di Alibaba per l’identificazione rapida (20 secondi) dei pazienti che necessitano di un trattamento immediato, in modo da accelerare il percorso diagnostico-terapeutico, soprattutto per coloro che necessitano il ricovero in terapia intensiva. In ogni caso, il nocciolo della questione rimane il rispetto delle c.d. “guarentige” costituzionali ed europee. Come conciliarle quindi con un controllo di massa legalmente orientato ai fini di utilità sociale generalizzata?

Non crediamo esista una risposta certa a tale domanda.

D’altronde la totale sicurezza per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali non esiste. Tuttavia le rassicurazioni della commissione europea sul fatto che le Intelligenze Artificiali dovranno comunque garantire il rispetto dei principi europei, dovrebbero in ogni caso tranquillizzarci (almeno formalmente) rispetto a timori di abusi di potere e/o social score a danno della nostra libertà.

L’ultimo aspetto fondamentale che sembrerebbe scontato è il necessario aumento delle competenze digitali del cittadino.

Come più volte sottolineato anche dall’Agenzia Digitale è necessario che si sviluppi una cultura digitale nella popolazione italiana. Se si vorranno utilizzare in futuro al meglio questi nuovi strumenti, che consentono la lavorazione di una grande quantità di dati, non si potrà fare a meno di riporre negli stessi la fiducia necessaria ad un loro impiego virtuoso.

In conclusione, dovremmo tutti iniziare richiedendo lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità digitale.

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