Sicurezza domestica e responsabilità del produttore: inizia a Torino il processo per l’incendio del frigorifero che ha ucciso una giovane donna

di Alessandra Torreri

Il 17 aprile 2025 si è celebrata al Tribunale di Torino l’udienza preliminare dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari per la tragica morte della Dott.ssa Eliana Rozio, avvenuta nella notte del 27 giugno 2020 a seguito di un grave incidente domestico presso la propria abitazione di Beinasco (TO).

La donna, quarantaseienne, è deceduta per intossicazione da acido cianidrico sviluppatosi in seguito all’incendio di un frigorifero LG modello No Frost GBB539PZQZS-611XO592. Secondo le perizie tecniche svolte in sede di indagine preliminare, l’elettrodomestico presentava difetti strutturali nella scheda elettronica di controllo e nella composizione delle schiume di coibentazione, tali da violare i requisiti di sicurezza antincendio prescritti dalla norma tecnica EN 60335, applicabile ai prodotti marcati CE destinati al mercato unico europeo.

Il procedimento penale vede imputati due dirigenti della filiale italiana di Groupe LG, chiamati a rispondere dei reati di:

  • omicidio colposo (art. 589 c.p.);
  • incendio colposo (art. 449, co. 2, c.p.);
  • violazione del Codice del Consumo (D.lgs. 206/2005).

La consulenza tecnica, svolta in contraddittorio, ha evidenziato che il poliuretano impiegato come materiale isolante risultava altamente infiammabile e, in caso di combustione, rilasciava fumi estremamente tossici contenenti monossido di carbonio e acido cianidrico — un gas letale anche in concentrazioni minime, già tristemente noto per aver provocato vittime nell’incendio del cinema Statuto di Torino.

Tale ricostruzione è stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari che, dopo un breve rinvio, ha disposto il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati per questo autunno, avanti il Tribunale di Torino in composizione monocratica.

Il nostro Studio Legale tutela i familiari della vittima sia nel procedimento penale — tramite costituzione di parte civile — sia in sede civile, mediante l’azione risarcitoria promuovenda dalla madre della defunta.

È inoltre allo studio l’avvio di un’azione inibitoria ex art. 140 del Codice del Consumo per ottenere il ritiro dal mercato dei prodotti analoghi, in un’ottica di prevenzione del rischi, in quanto benché il modello non sia più in produzione, non risulta mai essere stato oggetto di ritiro dal mercato; permangono quindi dubbi sul numero di unità ancora in circolazione nelle abitazioni italiane ed europee.

Come Studio, riteniamo imprescindibile l’utilizzo di tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento giuridico per prevenire eventi lesivi o mortali legati a prodotti non conformi, in attuazione della funzione di tutela dei diritti fondamentali. La mera apparenza di affidabilità non può bastare: da aziende leader di mercato quale è la LG ci si aspetta un’effettiva garanzia di sicurezza e qualità, che costituiscono presupposto della fiducia dei consumatori. Il rispetto delle normative di sicurezza non può considerarsi un’opzione, ma un obbligo giuridico, la cui violazione impone un’assunzione di responsabilità piena e sanzionabile, anche a livello penale.

La rilevanza di questo procedimento coinvolge tutti i consumatori ed anche la sicurezza collettiva, motivo per il quale ha avuto anche un forte risalto mediatico in ragione dell’interesse pubblico. Alla luce dei fatti emersi, è opportuno segnalare che numerosi frigoriferi dello stesso modello o analoghi potrebbero essere ancora presenti nelle abitazioni e la responsabilità da prodotto difettoso comporta il diritto al risarcimento dei danni e la possibilità di azioni inibitorie a tutela della collettività.

La tragica morte che ha segnato per sempre la famiglia è emblematica dell’importanza della sorveglianza in fase di immissione sul mercato, commercializzazione post-commercializzazione dei prodotti e richiama l’attenzione sulla necessità che i produttori adottino misure preventive efficaci, nel rispetto del principio di precauzione e nel rispetto della normativa vigente.

Vicende come quella della Dott.ssa Eliana Rozio ci impongono una riflessione profonda sull’efficacia effettiva delle norme predisposte dal nostro ordinamento in materia di sicurezza dei prodotti e responsabilità dei produttori, quando queste non vengono rispettate o vengono eluse. È nostro dovere professionale, e prima ancora civile, fare in modo che situazioni simili non si ripetano. Come operatori del diritto, siamo consapevoli che solo attraverso un’applicazione rigorosa delle norme e un’azione determinata nei confronti delle condotte illecite, si possa promuovere una cultura della prevenzione e della responsabilità a tutela dei cittadini. Lo dobbiamo non solo ai nostri assistiti, ma a tutta la collettività.

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