Nel nostro ordinamento giuridico, è possibile richiedere con un unico ricorso sia la separazione personale che il divorzio. La comunità forense ha soprannominato questa prassi il SEPARORZIO.
Questa novità è stata introdotta dalla riforma Cartabia (art. 473 bis. 49 cpc), con l’intento di semplificare le procedure legali e rendere più rapidi i tempi per le coppie che desiderano separarsi e divorziare. La possibilità di presentare insieme le domande di separazione e divorzio è stata poi confermata dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 28727 del 16 ottobre 2023. La Corte ha chiarito che, anche nelle procedure a domanda congiunta — quelle cioè in cui entrambe le parti sono d’accordo e presentano la richiesta congiuntamente — è possibile cumulare le domande di separazione e divorzio, riducendo così il numero di procedimenti separati.
Tuttavia, è importante sottolineare che questa possibilità non consente di chiedere direttamente il divorzio, come avviene in molti altri Paesi europei. In Italia, infatti, è previsto che debba trascorrere un periodo minimo di tempo tra la separazione e il divorzio, che non può essere inferiore ai 6 mesi. Questo intervallo serve per garantire che le parti abbiano il tempo di riflettere sulla decisione e per permettere eventuali tentativi di riconciliazione.
Inoltre, la domanda di divorzio può essere presentata solo dopo che la sentenza di separazione è diventata definitiva, ossia quando è passata in giudicato. Il vantaggio principale per le parti coinvolte in questa nuova modalità di procedura è che, pur dovendo ancora rispettare un intervallo temporale tra separazione e divorzio, possono comunque avviare un percorso di risoluzione dei propri accordi familiari fin da subito. In questo modo, le coppie hanno la possibilità di definire gli aspetti legati alla custodia dei figli, alla divisione dei beni e ad altri aspetti cruciali della vita familiare, anche prima che il matrimonio venga ufficialmente sciolto. Questo approccio rispecchia un crescente riconoscimento dell’autonomia negoziale delle famiglie, che sempre più spesso desiderano gestire i propri affari privati in modo più flessibile e autonomo, senza una eccessiva ingerenza da parte dello Stato.