Morì per un errore del 118: vinta la causa civile

di Ambrosio & Commodo Studio Legale Ass.to

I fatti risalgono alla notte del 25.10.2019 quando il sig. Giovanni Luigi FRESIA, dopo una normale giornata di lavoro (di professione messo comunale presso il Comune di Collegno), e che era da tempo in cura per un disturbo della personalità, manifestava alla moglie di sentirsi male e le chiedeva di contattare il 118, che ella allertava immediatamente.

Il personale del 118, stante lo stato di agitazione in cui trovava il sig. FRESIA, procedeva a sedarlo contro la sua volontà.
Nello specifico gli veniva somministrata una dose troppo elevata di tranquillante tale da indurgli quasi una anestesia generale. I sanitari però omettevano di proteggergli le vie aeree (ossia di intubarlo) e questo fece si che durante il tragitto tra la propria abitazione e l’ospedale di Rivoli, complice anche il fatto che veniva posto sulla barella dell’ambulanza dal personale del 118 in posizione supina e non di sicurezza (sul lato), egli ingurgitasse il proprio vomito, soffocandosi.
Il signor FRESIA, sedato e privo di sensi, faceva quindi ingresso all’Ospedale di Rivoli in arresto cardiocircolatorio da soffocamento meccanico dovuto al proprio vomito ed ivi decedeva qualche ora dopo per polmonite ab ingestis.
Il sig. FRESIA moriva così a 59 anni lasciando una moglie e due figlie che si rivolgevano allo Studio Legale Ambrosio & Commodo per cercare di indagare le cause e le responsabilità che hanno condotto al decesso del proprio caro.

Veniva aperto d’ufficio il procedimento penale RG 57435/19 mod. 44 avanti la Procura della Repubblica di Torino in relazione al decesso del sig. Fresia nel quale le sue eredi decidevano di non prendere parte in quanto hanno sempre e solo ricercato l’accertamento della verità non il carcere, con l’intento di ottenere una condanna significativa sul piano civile finalizzata ad impedire nel futuro il verificarsi di casi simili.
Veniva quindi instaurato il giudizio civile nei confronti dell’ A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino da cui dipende il servizio di emergenza 118 e conseguentemente responsabile dell’operato dei soggetti da cui sono state eseguite le prestazioni sanitarie di cui si è narrato.

L’Azienda Ospedaliera si costituiva negando la sussistenza di ogni tipo di responsabilità e rendendo così più onerosa la difesa dei diritti del sig. Fresia.
Iniziava così una lunga fase istruttoria all’esito della quale la CTU medico legale accertava il nesso di causa tra la condotta degli operatori del 118 e la morte del sig. Fresia così concludendo “si è verificato un episodio di vomito in soggetto incosciente dopo incongrua somministrazione di farmaci, posto in posizione sdraiata tale per cui si è realizzato un ab ingestis con conseguente soffocamento”.
In data 30.04.2025 viene depositata la sentenza con cui il Tribunale di Torino, dopo aver riconosciuto la mal practice medica, condanna la convenuta azienda a corrispondere agli eredi del sig. Fresia un risarcimento parametrato sui massimi tabellari.


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